“A rallentare il proseguimento dei lavori ci furono anche non pochi problemi tecnici, la pietra calcarea del luogo che l’architetto Melchiotti pensava di usare non era adatta. Si ripiegò perciò su cemento armato, soltanto recentemente adottato per le costruzioni.Non fu in verità da parte dell’ architetto un’ idea brillante e i risultati furono visibili a distanza di pochi anni. Ma allora sembrò un’ idea audace e nuova, naturalmente un tale ripiego aumentò sensibilmente il costo dell’ opera giacchè fu necessario trasportare da Marone e da Zone fin sulla montagna ben 450 quintali di cemento. Altri inconvenienti nacquero in seguito al disturbo arrecato dai cavalli e dai muli usati nel trasporto di materiali ai bovini e ai suini che alpeggiavano sul Guglielmo” scrive ancora Antonio Fappani.
Alla fine dell’ estate del 1901, mentre il mondo cattolico dava vita alla Democrazia Cristiana, una cappella alta venti metri con una grande croce in ferro, venticinque metri quadrati di base, si elevava nel cielo, ma ormai sulla cima della montagna calava fitta la nebbia e per l’ inaugurazione si dovette aspettare l’anno dopo.